La Fabbrica dei Baci

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CRITICA

di Mario Bianchi,  Eolo Rivista Teatro Ragazzi

LA FABBRICA DEI BACI

Andrea Gosetti, accompagnato musicalmente dal violino di Sarah Leo e dall’organetto di Massimo Testa, coadiuvato nella resa scenica dal Maestro Roberto Anglisani, porta in scena, raccontandola ai ragazzi, una storia fortemente simbolica “ La Fabbrica dei baci” tratta dall’omonimo libro di Nicola Bruniati.

Gosetti ci porta all’interno dell’anima di Pennino, ragazzetto che vive a Semprefreddo, un paese dove il ghiaccio ha inaridito così tanto le anime che i baci bisogna comprarseli . A Pennino, che si è dimenticato della festa della sua mamma, non riuscendole a regalare nemmeno un bacio , non resta che entrare nella spaventosa fabbrica di Baci, governata dal terribile Cuordipietra. La narrazione credibile di Gosetti ci porta a capofitto in tutti i meandri della fabbrica, scoprendone anche i più intimi segreti, dove troverà anche il padre che credeva perduto e uno strano amico che diventerà poi suo fratello.

Una bella storia di formazione quella raccontata in modo coinvolgente da Gosetti, anche a suon di musica; ma non solo,” La fabbrica dei baci “, risulta essere anche una forte metafora del nostro mondo che, pervaso dall’odio, si sta incamminando verso una china assai pericolosa, diventando assai simile a Semprefreddo.

Lo spettacolo

Pennino vive a Semprefreddo, un paese – potete immaginare – dove fa talmente freddo che per mangiare i ghiaccioli bisogna prima metterli nel microonde. E dove soprattutto si comperano i baci! Comprare baci? Non si potrebbero semplicemente dare? eh no, perché a Sem- prefreddo hanno dimenticato da tempo come si dimostra l’amore…. e così la gente li compera al supermercato, chiusi nelle loro scintillanti scatoline. Ce ne sono di tutti i tipi e per ogni occasione: baci della buonanotte, baci per la mam- ma, baci tenerotti… E ogni giorno per legge bisogna festeggiare qualcosa, così il consumo dei baci aumenta e i guadagni della fabbrica volano alle stelle. E così Pennino deve risolvere un problema: ha dimenticato che il giorno dopo è la Festa della Mamma e non ha comprato neanche un piccolo bacio da regalarle. E ora che i negozi sono chiusi, a Pennino non resta che entrare nella spaventosa fabbrica di Baci e rubarne un bel po’ per la sua mamma. Ma l’avventura lo porterà di fronte al grande mistero della città: come funziona davvero quella fabbrica? Quale progetto ha il suo temibile proprietario? E dov’è finito il papà di Pennino? Il lieto fine, come in ogni favola che si rispetti, è assicurato, ma non prima di aver esaurito una girandola di avventure che si susseguiranno fino alla grande scoperta fina- le, la più bella e inaspettata di tutte.

Uno spettacolo tra musica e parola che condurrà il giovane pubblico, ma anche quello adulto, in un’avventura particolare che farà emozionare e farà riflettere e pensare sul mondo in cui viviamo e sulla necessità di riconquistare quelle emozioni semplici che a volte sono difficili da esternare.

Note di Regia

“Quando mi è stata proposta la regia di “La fabbrica dei baci” ho accettato subito. Dopo aver letto il testo si sentiva chiaramente che la storia aveva una struttura forte, ben costruita, che offriva un appoggio sicuro alla realizzazione dello spettacolo. Con Andrea abbiamo affrontato un pezzo alla volta, abbiamo trattato la storia come una sinfonia, abbiamo individuato tutti i movimenti drammaturgici e i relativi ritmi. Ci siamo occupati dei crescendo, degli adagi, dei forte e fortissimo. Abbiamo dato in questo modo allo spettacolo un andamento ritmico che induce nello spettatore una grande attenzione. Lo spettacolo come le migliori fiabe è pieno di azione e di personaggi buffi e coraggiosi. Sui personaggi è stato fatto un lavoro specifico. Siamo andati a cercare una sensazione o un’azione interiore che ci permettesse di trasformare il corpo dell’attore senza cadere nella macchietta. L’attore non lavora per fare un personaggio, ma cerca di fartelo immaginare. Tutto lo spettacolo è costruito cercando di far imma- ginare al pubblico ciò che è successo, come se fosse un film. Un film di parole. Pa- role che si vedono, questa è la mia cifra, la mia ricerca. Usare le parole per creare un film che poi prende forma come per magia nella testa degli spettatori. Ed è fatto con le loro immagini e per questo è capace di emozionarli.”

Roberto Anglisani

Autori: Andrea Gosetti; Roberto Anglisani

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Tratto da: Pennino Finnegan e la fabbrica dei baci di Nicola Brunialti

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Con: Andrea Gosetti, Sarah Leo, Massimo Testa

Regia: Roberto Anglisani

Disegno Luci: Marco Grisa

SPETTACOLO FINALISTA CONCORSO IN-BOX2020

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Produzione: IntrecciTeatrali

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