Spinti dalla curiosità di capire come gli adolescenti comunicano le loro emozioni, vivono i loro rapporti con gli amici, con la famiglia, e con la realtà che li circonda, abbiamo scelto questo testo. Ciao, tu è uno spaccato del mondo dei ragazzi, parla di loro, utilizzando un linguaggio nel quale si possono facilmente riconoscere. Crediamo sia importante che il nostro pubblico si senta parte di ciò che noi rappresentiamo, e per farlo deve potersi riconoscere nella storia che stiamo raccontando, per questo abbiamo messo in scena Ciao, tu. Perché non volevamo che fossero gli adulti a fare una lucida analisi sul mondo adolescenziale, dovevano essere i ragazzi, in prima persona, a raccontarsi. Quello che più ci ha affascinato e stupito di questo testo è il mezzo usato dai protagonisti per comunicare tra loro: una lettera. Poco usuale, certo, in una realtà che corre sempre più veloce tra sms e posta elettronica, e che ci fa consumare tutto subito, ma i protagonisti di questa storia scelgono di studiarsi, di conoscersi, di giocare, di scoprirsi e svelare piano piano chi è l’altro, con l’entusiasmo e il desiderio di chi pensa che “niente è tutto bianco e tutto nero”. Amore, amicizia, aspettative, disillusioni, sogni sapientemente celati nel copione, fanno il resto. La scelta di questo testo è stata spinta dalla curiosità di capire come gli adolescenti comunicano le loro emozioni, in che modo vivono i loro rapporti con gli amici , con la famiglia e con la realtà che li circonda.
“Ciao, tu” è un testo molto vicino al modo dei ragazzi e che li coinvolge proprio perché utilizza un linguaggio nel quale si possono facilmente riconoscere. Quello che più ci ha affascinato e stupito di questo testo è stato il mezzo utilizzato dai protagonisti per comunicare tra loro: una lettera. Poco usuale, certo, in una realtà che corre sempre più veloce e che ci fa consumare tutto subito, ma i nostri due protagonisti hanno scelto di studiarsi, di conoscersi, di giocare a scoprire piano piano chi è l’altro con l’entusiasmo e il desiderio di chi pensa che “niente è tutto bianco e tutto nero”. Crediamo sia importante che il nostro pubblico si senta parte di ciò che noi rappresentiamo e per farlo deve potersi riconoscere nella storia che stiamo raccontando, per questo abbiamo scelto “ciao, tu”, perché non volevamo che fossero gli adulti a fare una lucida analisi sul mondo adolescenziale, dovevano essere i ragazzi, i nostri protagonisti a raccontarsi.