CRITICA
di Mario Bianchi, Eolo Rivista Teatro Ragazzi
Andrea Gosetti, accompagnato musicalmente dal violino di Sarah Leo e dall’organetto di Massimo Testa, coadiuvato nella resa scenica dal Maestro Roberto Anglisani, porta in scena, raccontandola ai ragazzi, una storia fortemente simbolica “ La Fabbrica dei baci” tratta dall’omonimo libro di Nicola Bruniati.
Gosetti ci porta all’interno dell’anima di Pennino, ragazzetto che vive a Semprefreddo, un paese dove il ghiaccio ha inaridito così tanto le anime che i baci bisogna comprarseli . A Pennino, che si è dimenticato della festa della sua mamma, non riuscendole a regalare nemmeno un bacio , non resta che entrare nella spaventosa fabbrica di Baci, governata dal terribile Cuordipietra. La narrazione credibile di Gosetti ci porta a capofitto in tutti i meandri della fabbrica, scoprendone anche i più intimi segreti, dove troverà anche il padre che credeva perduto e uno strano amico che diventerà poi suo fratello.
Una bella storia di formazione quella raccontata in modo coinvolgente da Gosetti, anche a suon di musica; ma non solo,” La fabbrica dei baci “, risulta essere anche una forte metafora del nostro mondo che, pervaso dall’odio, si sta incamminando verso una china assai pericolosa, diventando assai simile a Semprefreddo.