I ragazzi saranno spettatori attivi della storia… vivranno insieme un periodo storico che ha segnato la nostra società.
Saranno spettatori nel viaggio che ha scritto milioni di pagine del nostro passato.
Saranno “catapultati” in un passato remoto ma ancora vivo. Potranno vedere e ascoltare un caporale intento a dare ordini per scovare i partigiani, ma saranno interrotti da una donna. Li chiamerà badando bene di non farsi vedere e sentire dall’uomo. Li condurrà nelle stalle del museo dove raccontando la sua storia, il dolore, la fame e il suo amore, li inviterà a nascondersi addosso delle bucce di patate e del pane che dovranno portare nel bosco.
Partiranno così in un viaggio che li condurrà nelle “trincee” dove incontreranno un partigiano. E con loro vivranno un momento di storia che non può essere dimenticata.
Saranno spettatori nel viaggio che ha scritto milioni di pagine del nostro passato.
Saranno “catapultati” in un passato remoto ma ancora vivo. Potranno vedere e ascoltare un caporale intento a dare ordini per scovare i partigiani, ma saranno interrotti da una donna. Li chiamerà badando bene di non farsi vedere e sentire dall’uomo. Li condurrà nelle stalle del museo dove raccontando la sua storia, il dolore, la fame e il suo amore, li inviterà a nascondersi addosso delle bucce di patate e del pane che dovranno portare nel bosco.
Partiranno così in un viaggio che li condurrà nelle “trincee” dove incontreranno un partigiano. E con loro vivranno un momento di storia che non può essere dimenticata.
“La stalla, il silenzio, il tic e tac, la fame, la paura. Tutto fa parte della nostra storia. Il museo con la voce dei suoi oggetti racconterà quel periodo storico che segnò la nostra società. La grande guerra! Non date, ma sentimenti, emozioni, attese e paure dell’uomo. Perché la guerra non era fatta di armi ma di persone”