La società dell’allegria ha il desiderio di raccontare la storia di un santo, Don Giovanni Bosco.
Lo fa attraverso un viandante, alla ricerca del Signor Pinardi, colui che affittò lo stabile in Valdocco che divenne il primo Oratorio della storia. Mentre leggevamo i vari documenti e libri che raccontavano la storia di don Bosco, in noi aumentava il pensiero che ciò che avremmo raccontato non era solo la storia di un santo, ma anche quello di un educatore, di chi ha dedicato la propria vita ai giovani.
Nella lettura ci tornavano alla mente tante figure che hanno dedicato la propria vita ai diritti dei ragazzi, o ancor meglio delle persone! Educatori, professori, genitori, sacerdoti, e Miloud, il clown che abbiamo avuto modo di conoscere e che ha salvato molti ragazzi.
Questo vuole essere uno spettacolo dedicato a tutti coloro che si dedicano ai ragazzi!
Lo spettacolo presenta pochi elementi scenici, ma ognuno di essi strettamente legato alla storia di Don Bosco, una ringhiera arrugginita, un bauletto, alcuni mattoni, una valigia, una lampada e un orto. L’orto è stato l’elemento che metaforicamente rappresenta in modo semplice (come diceva Don Bosco quando predicava, “…usate parole e concetti semplici in modo che la gente possa ascoltarvi e capirvi…”) l’opera del Santo.
L’immagine è proprio quella del lavoro nei campi; il contadino trova un terreno, ma prima che possa coltivarlo deve lavorare per renderlo fertile, un lavoro quotidiano, faticoso e quando sarà pronto potrà seminare ma non potrà riposarsi, dovrà continuare a lavorare perché l’orto dia i suoi frutti, dovrà proteggerlo, ma lasciarlo crescere in libertà. Così Don Bosco, ha preparato il suo orto, l’Oratorio, ma quando è riuscito a crearlo ha dovuto lavorare ancora più assiduamente e donandosi totalmente come fa il contadino con la propria terra.
Ci piace l’immagine di “Don Bosco il contadino delle anime”; ricordo alla fine della prima prova aperta con il pubblico, un bambino prendere la parola e dire: “…questo spettacolo mi ha colpito molto, ed ho capito che l’orto rappresenta la nostra fede, e che può essere attaccata dall’esterno, ma che noi dobbiamo continuare a coltivare la nostra fede ogni giorno senza smettere mai…” Prenderete parte ad un viaggio semplice, raccontato con parole semplici da uno dei ragazzi raccolti dalla strada da Don Bosco, un viaggio alla riscoperta dei valori cristiani e sul sistema che ci ha lasciato per educare i ragazzi, Ragione, Religione, Amorevolezza; “…quando non si minaccia ma si ragiona, quando Dio è il “padron di casa”, quando non si ha paura ma ci si vuole bene, allora nasce la famiglia…”